24 febbraio 2022

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Investimento e polizza vita

Concetto di volatilità: cos’è e perché influenza i tuoi investimenti
  • Che cosa si intende per volatilità di un'azione? Cosa è la volatilità di un fondo?

  • Come incide la volatilità sui profitti dell’investitore?

  • Che cosa è il rischio in finanza?

  • Volatilità e rischio: l'equazione rischio-rendimento

  • Come si fa a sapere se un asset è troppo volatile?

L'andamento dei mercati finanziari è incerto per definizione. Ecco perché quando si sceglie di investire in un fondo, o in azioni o titoli, è praticamente impossibile non imbattersi nel termine «volatilità», un indice di misurazione espresso in valore percentuale (ad esempio 10%, 15%, 20 %, ecc.). Ma cosa significa “volatilità” in finanza? 

Essendo un termine tecnico potrebbe intimorire, ma il concetto che sintetizza, in realtà, è piuttosto semplice. Non ci resta che approfondire alcuni punti, come la definizione di volatilità nel trading, negli investimenti finanziari e di volatilità  in borsa.

La volatilità di un investimento azionario

La volatilità misura l'ampiezza delle variazioni a cui sono soggette le azioni nel tempo. O, più semplicemente, la fluttuazione del valore di un investimento.

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Che cosa si intende per volatilità di un'azione? Cosa è la volatilità di un fondo?

Il concetto è semplice: il valore di un bene fluttua in relazione all’equilibrio tra domanda e offerta. Questo risente delle scelte e delle dinamiche politiche, economiche, sociali, tecnologiche: il valore delle azioni e dei fondi non fanno eccezione.

Come incide la volatilità sui profitti dell’investitore?

La domanda più corretta sarebbe “come incide il comportamento dell’investitore di fronte alla volatilità sui suoi profitti?” Facciamo un esempio: nel 2017 il valore delle azioni Apple è crollato a seguito di un frazionamento dei titoli del Gruppo e della crescente preoccupazione degli investitori per le possibili ricadute sul settore tecnologico. Molti azionisti sono andati nel panico e hanno deciso di rivendere. Se avessero tenuto le loro azioni, avrebbero potuto beneficiare della crescita del 400% del valore delle azioni Apple avvenuta negli anni successivi.

Sia nel breve che nel lungo periodo, la volatilità rappresenta quindi il fattore di rischio di un investimento. Ad esempio, il grado di volatilità dei titoli di Stato è piuttosto ridotto: il rischio di perdere denaro è basso in quanto le azioni sono emesse dallo Stato. 

Al contrario, il livello di volatilità dei mercati azionari è tendenzialmente alto, in quanto più esposto al rischio di fluttuazioni. Per comprendere bene quali siano i fattori principali che rendono alcuni mercati più volatili rispetto ad altri, è importante chiarire la definizione di rischio.

Che cosa è il rischio in finanza?

Nel linguaggio comune, la parola «rischio» ha una connotazione indubbiamente negativa. Pensiamo ad esempio ai rischi legati al tabagismo, alla circolazione stradale, all'alimentazione scorretta e così via. 

Nel mondo degli investimenti, invece, il rischio è percepito sia in modo negativo che positivo. Rappresenta un pericolo ma anche un'opportunità: senza il concetto di rischio non potrebbero esistere la maggior parte delle forme di investimento finanziario. 

Analizziamo la questione «rischio» inteso come «pericolo»: fondamentalmente, si tratta di un mezzo per comprendere il grado di incertezza del futuro. Proviamo a spiegarlo con termini semplici, attraverso un esempio. 

Volatilità dei fondi obbligazionari: che cosa è la volatilità fissa?

Un titolo di Stato è uno strumento di investimento meno rischioso perché beneficia delle ampie garanzie che uno stato finanziariamente solido può mettere in campo, sostenuto dal gettito fiscale e dalla possibilità di stampare moneta. L’incertezza riguardo le fluttuazioni dei titoli di stato, quindi, è più basso rispetto a quello delle azioni . Di conseguenza, anche il grado di «volatilità» degli asset sui mercati è ridotto. In generale, la volatilità di questo tipo di titoli è compresa tra il 2% e il 5%.  

Cosa significa volatilità in borsa?

Il livello di volatilità di un'azione è molto più elevato rispetto al grado di volatilità delle obbligazioni. Se si considera l'intero mercato azionario, e non solo una singola azione, la volatilità è di circa il 15-20%.

Il primo aspetto da considerare è che un'azione rappresenta una partecipazione in una società che, a sua volta, sarà in competizione sul libero mercato per vendere i suoi prodotti o servizi. Nella maggior parte dei casi, un’azienda non dispone di risorse paragonabili a quelle di uno Stato, cosa che rende necessariamente più rischiose le performance. 

Questa maggiore incertezza si esprime poi in una dispersione dei rendimenti. In altre parole, dato che del futuro non c'è certezza – e ancora meno quando si parla del futuro di un'impresa – le fluttuazioni dei tassi tenderanno a essere ancora più rilevanti.

Volatilità e rischio: l'equazione rischio-rendimento

Abbiamo già accennato al fatto che la volatilità comporta più incertezza e maggiori opportunità di rendita: rischio e rendimento non sono due concetti in antitesi. Il fatto che le azioni siano più volatili dei titoli di stato, ad esempio, non dovrebbe essere considerato di per sé un aspetto «negativo», poiché il rendimento ottenuto con operazioni effettuate sul mercato azionario potrebbe rivelarsi più alto.

La cosa più importante quando si sceglie di investire in azioni, è non farsi prendere dal panico. Devi restare lucido, perché il valore degli asset cambia nel corso del tempo. Potrà capitarti di subire delle perdite di capitale ma, nel lungo periodo, le perdite vengono, in genere, ampiamente compensate, producendo guadagno.

“Volatilità” non è sinonimo di pericolo né di perdita, piuttosto di incertezza sul valore finale dei tuoi asset.

Volatilità: come si calcola quella delle azioni?

Tieni presente che ne esistono di due tipi, quella storica e quella implicita. La differenza è semplice:

volatilità storica delle azioni.

Si tratta della media del valore assunto dalle azioni nel corso di un determinato arco temporale. Questo numero serve per calcolare la “deviazione standard della volatilità”, cioè di fissare il valore attuale delle azioni in base al confronto con il loro andamento medio nel tempo.

volatilità implicita delle azioni.

Si tratta di un calcolo predittivo, che ha cioè l’obiettivo di prevedere in che modo cambierà il valore delle azioni. Questo valore rappresenta il grado di volatilità attesa dagli operatori di mercato.

Come si fa a sapere se un asset è troppo volatile?

Per saper riconoscere il rischio di volatilità occorre avere una certa esperienza. Infatti, sebbene esista una scala di misurazione ufficiosa, l'intensità del rischio (ossia il potenziale di guadagno o di perdita) dipende in larga misura dall'asset finanziario che si prende in esame.

Esiste una scala di volatilità che permette di mantenere uno sguardo analitico e imparziale:

volatilità tra lo 0% e l'8%,

le azioni sono considerate poco volatili. Il loro prezzo è stabile e il rischio è minimo.

volatilità tra l'8% e il 15%,

si ritiene che le azioni siano volatili: esiste quindi il rischio di fluttuazione.

volatilità superiore al 15%,

il prodotto finanziario è considerato altamente volatile. I tassi possono variare notevolmente, sia al rialzo che al ribasso. Anche in questo caso però, maggiore il rischio, più alto l'eventuale rendimento.

Una gestione efficace del rischio finanziario e della volatilità, quindi, è fondamentale per cogliere le opportunità del mercato con i tempi e le modalità corrette, creando i presupposti per far fruttare i tuoi investimenti. Forward You svolge questo compito grazie a potenti strumenti di calcolo matematico e statistico (algoritmi quantitativi e qualitativi). Essi processano una sorprendente quantità di dati, formulando previsioni e ridistribuendo in modo intelligente – e privo di condizionamenti emotivi – l’investimento. L’algoritmo della polizza Forward Quant, ad esempio, controlla e analizza l'andamento della volatilità durante tutte e tre le fasi della strategia: dinamica, equilibrata e conservativa

Nella fase dinamica si prediligono asset ad alta volatilità (circa il 20%), per massimizzare le possibilità di guadagno. Nelle due fasi successive la volatilità tollerata scende prima al 15% e, infine, al 6,5%.

L'obiettivo è quello di consolidare i guadagni ottenuti nella prima fase, fino al termine del contratto.

Come gestire la volatilità in modo ottimale?

Diversificando gli asset. Il rischio di un portafoglio composto da più titoli sarà sempre minore rispetto al rischio di un portafoglio omogeneo. Il motivo è semplice: il valore degli investimenti varia costantemente, in misura coerente alla loro specifica volatilità. In parole povere, mai tenere “tutte le uova nello stesso paniere”.

Per esempio, se il mercato immobiliare dovesse attraversare un periodo di crisi, difficilmente accadrà lo stesso al settore delle materie prime, o alle azioni di una determinata impresa. Le fluttuazioni del valore di mercato di un'azione dipendono dagli equilibri tra domanda e offerta, al di là delle oscillazioni fisiologiche. Distribuendo l’investimento in settori diversi, consoliderai le tue posizioni sia nel breve che nel lungo periodo.

La diversificazione delle attività al servizio del tuo investimento